lunedì 23 ottobre 2017

INTERVISTA ❆ Francesca Lizzio


Oggi ho un 'ospite speciale sul blog! L'autrice di Fiore di Cactus edito Panesi edizioni è stata così gentile da rispondere alle mie domande, siete pronti a conoscerla? Io la adoro! E voi avete qualche domanda da farle? Scrivetemi la vostra curiosità nei commenti qua sotto! 



Ciao Francesca, benvenuta sul mio blog, sai devo confessare che ti seguo da un po', come blogger. Subito sono stata attratta dal nome che hai dato al tuo blog “cuore di cactus”; una metafora che trovo bellissima! Poi ho scoperto che da quel blog, da quel groviglio di pensieri, è nato “Fiore di cactus” … non ho potuto fare a meno di leggerlo! Ma ora sono davvero curiosa, vorrei tanto farti qualche domanda, sono lieta di farti conoscere ai miei lettori!

So bene che non è sempre facile parlare di sé stessi per questo ti chiedo solo 3 aggettivi o elementi che ti rappresentano.
Il dramma è che mi riesce difficile anche a queste condizioni! Non so descrivermi, se ci provo finisco col dire cretinate. Tipo che ho perennemente le occhiaie, dei capelli anarchici e non so come ignorare l’imbarazzo davanti ad una fotocamera. Recentemente mi hanno detto che somiglio ad Audrey Hepburn, io ho risposto che si sarà rivoltata nella tomba. Comunque, vediamo… bé, sono un cactus.

Come già detto prima so che scrivi in un blog e che hai già collaborato con Panesi Edizioni per un’antologia, penso che scrivere sia come dare vita ad un figlio, ma cosa significa per te scrivere?
E’ proprio così. Un paio di settimane fa il romanzo è stato a “Libri in Baia” fiera dell’editoria che si è svolta a Sestri Levante, e vederlo lì in mezzo a tutti gli altri libri mi ha fatto sentire come una madre che guarda suo figlio andare a scuola per la prima volta. E anche se una parte di me ci scherza su, mi sento veramente così. Sto in pensiero per lui, spero che venga compreso e apprezzato così com’è, per quello che è (ovviamente so che non può piacere a tutti ciò di cui scrivo, è normale e giusto).
Scrivere mi fa stare bene e se può far star bene anche qualcun altro, ne sono felice. Mi aiuta a rimettermi in sesto, a tenere alla larga le mie paure. Non mi sento mai sola quando scrivo.  

Ora entriamo un po' nel tuo romanzo “Fiore di cactus” dove le emozioni vengono nascoste, private della loro libertà. Un argomento molto attuale, quanto ti appartiene?
Abbastanza, mio malgrado. E’ qualcosa che però ho deciso di combattere, per il mio bene.
Purtroppo capita a chiunque, ci si ritrova a fare i conti con un’altra delusione, un altro dolore e allora nasce in noi il bisogno di tornare a stare bene anche a costo della propria libertà. Ci illudiamo che così saremo al sicuro, nessuno potrà più farci del male, ma nel profondo di noi stessi sappiamo che non esiste una garanzia simile. Tra l’altro, che gli altri capiscano questo meccanismo di difesa è più un miracolo che la normalità.
Purtroppo oggi non si rischia, si preferisce restare nascosti nel proprio guscio, perdere occasioni e persone. Convivere col dubbio che avremmo potuto essere felici, rimpiangere di non averlo scoperto, di non esserci venuti incontro. Secondo me è qualcosa di una tristezza indescrivibile.

All'interno del libro troviamo tantissimi rimandi a canzoni bellissime (che per la maggior parte adoro, altre non le conoscevo e sono andata ad ascoltarle!) sintomo che la musica sia una parte molto importante della vita di Sara. Lo è anche per te? Sono le tue canzoni preferite?
Adoro la musica, è una parte fondamentale della mia vita. C’è sempre quando non trovo le parole o quando parlare mi sembra inutile.
Ho scelto quelle canzoni perché le ho sentite perfette per Sara, anche se mi piacevano ancor prima di scrivere il romanzo e alcune si, sono tra le mie preferite.

C'è un aneddoto particolare o divertente che ti è successo durante la stesura del libro? Ce lo racconti? Adoro conoscere i retroscena!
Ho iniziato a scrivere questa storia per caso ma alla fine ho trascorso undici mesi in uno stato di quasi totale clausura, perché qualcosa dentro di me mi ordinava di scrivere e di pensare alla storia quando non scrivevo. In quel luogo ignoto dentro di me era già tutto chiaro, anche se non ne ero consapevole. E’ stata Sara a farmelo capire, a poco a poco, addirittura ancor prima di iniziare il romanzo, ovvero quando ho scritto il racconto breve che poi è stato inserito nell’antologia a cui hai accennato prima.
Mi sono trovata in uno stato di stupore e meraviglia, ma più mi avvicinavo alla fine, più avevo paura. Non sapevo cosa avrei fatto dopo, cosa sarebbe successo. Sapevo soltanto quale sarebbe stata la fine della storia, ma mi sono decisa a metterla nero su bianco dopo del tempo, perché provavo già nostalgia.

Parlami dei tuoi lettori… chi sono? Chi è stato il primo a leggere il tuo libro?
Sono ragazze come te, come me. Ognuna di loro ha una storia da raccontare, custodisce qualcosa nel cuore e non sempre riesce a trovare le parole per spiegarlo agli altri. La prima persona che ha letto il libro è stata chi mi ha praticamente scoperta, che cito anche alla fine della storia nei ringraziamenti. Questo ragazzo risponde con modestia ogni volta che gli ricordo che è solo grazie a lui se la storia è diventata un romanzo, ma io me ne frego e continuerò sempre a pensarlo e a spiegarlo a chi me lo chiede. Lui ci ha creduto tanto, da subito, mi ha praticamente supplicata perché all’inizio avevo una paura gigantesca, ho temporeggiato. Ancora oggi stento a credere che questo libro esista davvero, è stato un sogno per così tanto tempo che quando lo sfoglio mi sento stranissima. Insomma, se ho trovato il coraggio è stato grazie a lui e a tutte le persone che mi sono state vicine, naturalmente.

Leggendo di te ho scoperto che abbiamo in comune l'amore per Giulia Carcasi e Banana Yoshimoto. Che cosa ti colpisce di queste grandi autrici?
Riescono sempre a trovare il punto, a colpire lì dove è necessario colpire per far si che riesca a capire me stessa, per far si che riesca a sentirmi meno stramba. Riescono a farmi sentire compresa e protetta.

Ed ora una domanda difficile…che cosa vorresti fare da grande?
In verità, nonostante abbia venticinque anni, ci sono delle volte in cui mi sento in ritardo per porre a me stessa questa domanda. O stupida, dato che in Italia non puoi avere né aspettative né sogni. Però io non sono una che si arrende e anche se è difficile, anche se qualche volta mi sento l’universo contro, voglio soltanto essere felice. Vorrei un lavoro stabile, che non mi faccia sentire una schiava illusa e sottopagata, vorrei avere la certezza che le parole non mi lasceranno mai (perché in realtà convivo con questa paura) e vorrei costruirmi una famiglia, un giorno. Ultimamente mi chiedono “Vuoi fare la scrittrice, quindi?” o dicono che lo sono già, e lì mi trasformo in una specie ibrida di cactus-peperone. Sono in pochi a poter vivere di parole, di sicuro non rientrerò mai in questa cerchia ristretta. Quindi: vorrei essere felice a modo mio.

Una domanda che hai sempre sognato ti facessero? (Con risposta ;P )
Nessuno ha mai fatto cenno alla tematica del bullismo, affrontata in poche pagine ma comunque fondamentale nella storia di Sara. So che è un argomento delicato, eppure qualche parola vorrei spenderla. Quindi, quanto determinate esperienze dolorose incidono sul presente e sul futuro di una persona?
Le persone che hanno vissuto certe cose nella loro vita, si riconoscono subito se si presta attenzione. Ci sono delle caratteristiche nei loro atteggiamenti e nelle parole che usano che non lasciano spazio al dubbio. Sara è una di quelle e l’aver provato sulla sua pelle certe esperienze, è qualcosa che ha contribuito a renderla la ragazza disincantata che è. Ha imparato a difendersi in quel modo spigoloso e infrangibile perché in passato si è aperta agli altri, ritrovandosi maltrattata e ferita. Per rialzarsi non ha trovato altro modo che cambiare. Eppure le persone come lei, nonostante il tempo passi, nonostante le loro vite siano ormai diverse, nonostante siano riuscite a superare quei momenti, qualche volta hanno ancora paura. Hanno paura perché qualche volta si sentono fragili e indifese come allora, perché temono che certe esperienze possano ripetersi e che stavolta non riusciranno a superarle. Certe cose ti marchiano e restano dentro di te per tutta la vita e gli altri, per leggerezza o per insensibilità, non sempre lo capiscono. Le paure hanno radici profonde e antiche e per estirparle occorre imparare a conoscerle. Come? Con pazienza e amore, semplice. E lo è per chi capisce di cosa parlo.

Infine salutaci con la tua citazione preferita ♡
Eh, magari ne avessi soltanto una!
Ti lascio con l’ultima canzone che ho ascoltato oggi, “Scivoli di nuovo” di Tiziano Ferro, tra l’altro una delle mie preferite.

Grazie per la tua gentilezza!
A presto

Grazie a te!!!







RECENSIONE • Fiore di cactus di Francesca Lizzio

Buongiorno lettori oggi vi farò conoscere un altro dei libri che mi hanno accompagnata nelle mie vacanze. E' stato un compagno perfetto, fresco e pieno di sentimento. Si tratta di Fiore di Cactus edito Panesi di Francesca Lizzio che forse conoscerete già per il suo blog Cuore di Cactus




Fiore di Cactus 
di Francesca Lizzio

Lunghezza stampa: 190
Editore: Panesi Edizioni (20 marzo 2017)

Sara è una ragazza timida, intelligente, con la battuta sempre pronta, eppure nasconde la sua fragilità sotto un'armatura. La vita l'ha resa cinica e amara. Un giorno conosce Andrea, un ragazzo attento e gentile che con smisurata pazienza riesce a farsi spazio nella sua vita. Sarà lui a indurla a rimettere in discussione tutto quello in cui crede. Sara così ripenserà al percorso che l'ha resa la donna che è, si chiederà se riuscirà più a lasciarsi amare, se certe paure potranno essere sconfitte o se invece non ci sarà più nulla da fare. Se una come lei merita una seconda occasione. Perché anche un cactus ha un cuore, ha solo bisogno di qualcuno che creda in lui e non abbia paura delle sue spine.



Io comunque ormai sono scostante, non so fidarmi, non so aprirmi, mi mostro peggio di quella che sono così nessuno si affeziona, nessuno ha la pazienza di scoprirmi e chissà se ne vale la pena.



Emozioni intrappolate, private della loro libertà. Ma è il cuore a decidere, è lui che sceglie di proteggersi con delle spine così come un cactus. Questo è il cuore di Sara, una ragazza ventenne che possiede un passato tagliente, che l'ha ferita lasciandole dei segni che l'hanno costretta a ripararsi. Quando Andrea piomba nella sua vita tutto sembra andare per il verso giusto, e finalmente Sara riesce a sentirsi bene. E' proprio in questo istante che inizia ad avere paura. Riuscirà a sbocciare questo bellissimo fiore di cactus? O continuerà a proteggersi con le sue spine?

Sì i cactus. Mi piacciono le cose che sorprendono. Quelle che magari a guardarle non sono nemmeno belle, non ti ispirano grandi aspettative, ma che invece nascondono un potenziale. Come i cactus, appunto. Non sono belli, però tra le loro spine possono nascere frutti e fiori.

I personaggi sono belli, veri, pieni di difetti, come quelli che piacciono a me perchè ci si riesce ad immedesimare alla perfezione. Il passato di un'adolescente può segnare il suo percorso tanto da crearsi una corazza per paura di soffrire di nuovo. So bene cosa sia il bullismo e vivere con il terrore che qualcuno si prenda gioco di te per qualcosa o qualcuno che non sei veramente. (QUI la mia esperienza se vi va di conoscerla)

La sensibilità e la timidezza non sono una debolezza. La vera debolezza è adeguarsi e non ribellarsi, essere indifferenti a chi ha bisogno di aiuto, accettare che le cose vadano in un unico modo per paura, perchè non si ha il coraggio di essere se stessi, In queste circostanze bisogna fare appello ad una forza che magari ancora non si possiede, stringere i denti fino alla fine e non arrendersi mai perchè questi esseri non aspettano altro. Che pensino e dicano di noi quello che vogliono, soltanto noi sappiamo chi siamo veramente. Non bisogna dare potere a questi mostri, dentro sono vuoti e privi di spessore. Non sono nessuno. Bisogna chiedere aiuto agli adulti, perchè per fortuna di persone intelligenti ne esistono ancora. 

Ma come dice Andrea non possiamo privarci di qualcosa solo per paura che vada male..un amore un'amicizia. Amare e lasciarsi amare è il segreto. Lui fa un piccolo esempio raccontando che da piccolo avrebbe tanto desiderato avere un cane ma i suoi genitori non glielo comprarono per paura che si affezionasse troppo e che di conseguenza soffrisse. Bè devo ammettere che ho pensato per giorni a questa frase.

Le ambientazioni, la nuova casa, la libreria, il locale, sono bellissime ed incorniciano alla perfezione la storia. Molto particolari le pagine di diario finale, una specie di flusso di coscienza, senza delle precise definizioni temporali che ci fanno entrare nel cuore spinoso della protagonista, scoprendolo. Molte le frasi che ho sottolineato in cui mi sono ritrovata, quello che spero sempre di trovare in un libro: me stessa, per capirmi, per conoscermi.

Una storia semplice che vi consiglio di cuore!

Non so se ne sarò all'altezza, ma forse ci andrò vicino: finalmente ho capito. Tardi, ma ho capito. Amare significa credere, nonostante tutto, al meglio che c'è nell'altro. Significa credere nell'altro, nonostante tutto.

Ecco la Playlist di Sara che ho creato, se vi va potete seguirla, mi farà molto piacere! Io la adoro e ho scoperto anche nuove canzoni bellissime ❤


venerdì 13 ottobre 2017

RECENSIONE • Rebirth, La magia della luce di Paola Caldarini

Sapevo di avere questo libro ancora lì sulla mensola ma semplicemente aspettavo il momento giusto per leggerlo... finalmente l'estate è scoppiata (ormai anche finita) ma ricordando l'anno scorso ho scelto lui per accompagnarmi nelle mie giornate estive e scoprire cosa è successo a Sarah ed Alex. E poi...non ha una copertina bellissima?? Sto parlando di Rebirth, La magia della luce il secondo capitolo della trilogia della dolcissima Paola Caldarini. QUI trovate la recensione del primo capitolo: 

Rebirth. Il destino della libellula. Consiglio di partire proprio da lì perchè essendo una saga ci sono molti rimandi alla storia precedente.

IO SONO IN TE E TU SEI IN ME.
NOI SIAMO L'INIZIO DI TUTTO E LA FINE DI OGNI COSA.



Rebirth, La magia della luce 

di Paola Caldarini


Lingua: Italiano
Pubblicazione: Dicembre 2015
Casa Editrice: Alcheringa Edizioni
Genere: Romanzo
Dopo tante vicissitudini, Sarah e Alex vivono finalmente un'esistenza felice. A coronare il sogno d'amore l'arrivo di Ayashe, la loro bambina. Ma subito dopo la nascita della piccola accade qualcosa di inspiegabile che li fa piombare in un incubo. Una minaccia le cui radici affondano in un passato lontano, rischia di compromettere il futuro della neonata. Per proteggerla i due dovranno fronteggiare nuovi pericoli e saranno costretti a riconoscere e ad accettare le loro paure peggiori, affrontando gelosie, inganni e situazioni al limite delle loro forze. Il romanzo è ambientato nelle splendide e selvagge terre situate all'estremo nord del Canada, dove avventura, amore e inquietudine si mescolano sullo sfondo del mito della Figlia della Luce, una storia antica narrata dalla tribù dei Nehylaw, Nativi Americani di cui Sarah è una discendente.

Un velo di magia era stato lasciato dal primo capitolo di questa storia, ed è quì che finalmente esplode. Sarah ed Alex sono tornati più uniti di prima grazie anche alla nascita della loro piccola Ayashe, gli strani "poteri" che i nonni di Sarah le avevano tramandato però sembrano essere svaniti. Presto capisce che questo è dovuto dall'incidente e dal forte shock che ha subito in precedenza. Un incubo sta per sorprendere la loro felice esistenza, è di nuovo il passato che torna a presentarsi, minacciandoli e creando non pochi problemi.
Il bosco è la mia casa. Tutto quello che hai visto e che vedi ora è la mia dimora. Gli alberi sono le mie pareti, il cielo è il mio soffitto e la terra, il mio giaciglio.
In questo secondo capitolo ci troviamo più a contatto con la natura, totalmente immersi in un'ambientazione davvero suggestiva, nei verdi e profumati boschi canadesi. Conosciamo un po' più a fondo gli antenati della tribù NEHYLAW, in particolare Chenoa un personaggio splendido e profondo che ho adorato ed il mito della Figlia della Luce. Molti altri nuovi personaggi animano le pagine in particolare uno di cui mi sono innamorata è Adahi, poetico e tutto da scoprire. 
Quello era Adahi. Un orso bruno, sfuggente, burbero e dai modi spicci. Ma era anche molto di più, solo che io ancora non avevo avuto modo di conoscere il dedalo incantato della sua anima; un labirinto in cui era impossibile non smarrirsi
Le parti che ho più amato sono state proprio queste, come desideravo in precedenza c'è stato un approfondimento sui Nativi Americani di cui Sarah è una discendente e delle loro leggende; la loro storia riaffiora come in un sogno. Sembra di stare in un film, ed è realmente così in un certo senso perchè ci troviamo proprio sul set di un film a cui sta prendendo parte il nostro adorato Alex. Gelosie ed incomprensioni animano il rapporto dei due, lui però si riconferma dolcissimo come sempre. Il carattere di Sarah invece sembra essere cambiato, più sulle difensive, più forte, ma come è giusto che sia dal momento che è diventata di nuovo madre. 
Un'antica leggenda narra la storia di una Luna fanciulla che ogni notte raccoglieva in un calice d'argento tutti i sogni dimenticati e i ricordi caduti nell'oblio, e ogni mattina  li riportava sulla terra sotto forma di rugiada. Nulla va perduto per sempre.
La storia è ancora una volta avvincente e si lascia leggere in modo piacevole. Ho trovato forse un po' superflua la presenza del figlio e dell'ex marito, ma secondo la logica del racconto anche la loro comparsa ha un senso. Nonostante questo piccolo dettaglio la saga mi ha appassionata e mi piacerebbe molto conoscere l'ultimo capitolo; i personaggi sono belli, freschi, magari non sono le persone della porta accanto ma proprio per questo ci fanno sognare. La seconda parte del libro lascia un po' in secondo piano Alex ma Sarah riesce bene a compensare la sua assenza unendo azione ed adrenalina, due elementi che non sempre mi catturano, ma in questo caso posso dire di sì e di averli trovati indispensabili per dare movimento alla narrazione. E' proprio come lo definisce l'autrice nella bellissima dedica che mi ha scritto all'interno del libro: Una favola rosa che digrada nel blu ♡.
Se ancora non conoscete Paola Caldarini vi consiglio di darle un'opportunità, la sua scrittura è semplice e scorrevole, in particolare adoro le sue descrizione.

Profuma di casa colui o colei che è la meta e il destino. Chi porta l'amore sempre con sé, dando il proprio respiro come fosse ossigeno a coloro che, per loro fortuna, gli si trovano accanto.