martedì 26 luglio 2016

NEWS in LIBRERIA ♦ Il cappotto della macellaia di Lilia Carlota Lorenzo


Buongiorno lettori, ecco una novità Mondadori, uscita nella narrativa straniera, che trovate in libreria da maggio. Dopo l’enorme successo in digitale self-publishing più venduto di Amazon nel 2013 Il cappotto della macellaia di Lilia Carlota Lorenzo arriva finalmente in libreria. L'autrice porta in Italia il carattere più autentico dell’America Latina. Fonde le atmosfere magiche di Gabriel García Márquez e la passione malinconica del tango di Gardel per creare una propria voce: ironica, indolente, sboccata e sanguigna. In questo racconto troviamo personaggi dalla scorza durissima, situazioni crude e surreali che ricordano i film dei fratelli Coen e i libri di Daniel Pennac.


Il cappotto della macellaia 
di Lilia Carlota Lorenzo

 pagine 240
pubblicazione 10 maggio 2016


Palo Santo, un paese apparentemente innocuo della pampa argentina. I pettegolezzi corrono più veloci dell’incessante vento che annuncia la tormenta. Mentre la sarta continua a cucire e scucire il cappotto per la figlia della macellaia, che a forza di ingozzarsi non fa che ingrassare, si consuma un insolito e inquietante omicidio. Quale orribile scena ha visto il bambino della sarta nella cucina della bellissima Solimana al punto di scappare terrorizzato ogni volta che la vede? Perché lei attira gli uomini del paese a casa sua? Che inconfessabile segreto custodisce Marcantonia, la sorellaritardata di Solimana? Ne sa qualcosa la bizzarra telefonista, che non si fa mai vedere, ma ascolta tutte le telefonate segnandole in un quaderno. E ancora di più ne sa Zotikos, immigrato greco in pensione, che dietro la toppa della sua porta tiene sott’occhio l’intero paese...

L’AUTRICE 
“Sono argentina. Ho una laurea in architettura che mi è servita solo per fare bella figura. Adoro l’ozio, ma non è colpa mia se sono nata in Sudamerica. Nella mia vita ho cambiato trentatré indirizzi, fatto i mestieri più disparati, vissuto in alberghi di lusso, topaie di infima categoria, belle case borghesi. Ho frequentato gli indios del Chaco ma anche gli smorfiosi radical chic europei. Adesso non esco più di casa, e ho solo amici virtuali. Di tutti i mestieri che ho fatto, scrivere è senza dubbio il più divertente: niente male come compagno della vecchiaia che si avvicina.”





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